Unabollicina a Malga Candriai

Una domenica di febbraio un po’ particolare, il 2 febbraio.

È la festa della Candelora;

secondo il calendario celtico è Imbolc, festa della luce che ritorna.

Ad accoglierci c’è lui…

Ci troviamo a Malga Candriai quasi per caso, c’è un po’ di sole e, sì, sembra che il cuore dell’inverno sia assai dolce, per preannunciare la rinascita della primavera. Il luogo incanta: circondata dal bosco, Malga Candriai gode di un panorama favoloso sulla città e le montagne che la circondano. E’ tipico del Monte Bondone offrire, vicino alla città, queste sorprese. Ti ritrovi in mezzo alla natura e non serve viaggiare per ore. Sicuramente qui l’anima è serena, il tempo (cronologico) sembra smettere di scorrere, ci si dispone a trarre beneficio da quello che viene.

Noi capiamo subito di essere fortunati, perché qui troviamo una donna speciale, che ci ospita nell’accogliente ristorante, rigorosamente a conduzione familiare, ci consiglia per il meglio, due piatti di polenta, osei scampadi e funghi, cucinati dal figlio – il cuoco Joseph Berloffa e accompagnati da un buon Pinot nero della cantina di Cembra 2018;

poi si racconta, facendoci per un momento vedere le cose attraverso i suoi occhi, facendoci partecipi del suo entusiasmo di donna legata alla terra, che crede fermamente nella potenza della terra stessa. È difficile scrivere di lei, rendere pienamente le impressioni che ha suscitato dentro di me; mentre parlava ho trovato conferma che, in quel preciso momento, ero nel posto giusto, dove dovevo essere. E per non farle torto lascio che sia questa donnina minuta, con gli occhi verdi – con un tocco di marrone – brillanti e il sorriso nella voce, a parlare, di sé e della sua azienda.

Unabollicina (d’ora in poi UB): Nome, cognome, età…

Danila (d’ora in poi D.): Danila Frizzi, a marzo compio i cinquanta.

UB: Professione…

D.: Contadina, orgogliosamente contadina…avrei anche un’altra definizione di me: mi sento molto strega. In passato c’erano queste donne fantastiche, che conoscevano le virtù delle piante e sapevano curare con niente. Senza di loro certi paesi sarebbero scomparsi.

Da circa due anni, con la mia famiglia, seguiamo il Sentiero Rosso Lakota, dei Sioux. Facendo questo percorso approfondisci il contatto con la natura, impari a condividere e a vivere con gli altri in maniera diversa. Ad esempio, sono bellissimi i cerchi, di donne e di uomini, in cui si condivide e si sperimenta lo scorrere dell’energia. Nei cerchi di donne e di uomini, diventi sorella, fratello. Condividi cose molto intime con la certezza di avere sempre un sostegno.

A proposito di natura ti racconto questo episodio: due mesi fa è venuta una coppia di Milano, per un paio di giorni. Mi hanno raccontato dello stress che vivono nella loro città frenetica. Allora io ho consigliato loro di ritagliarsi anche solo pochi minuti, per trovarsi nella natura, anche semplicemente in un parco, e di dedicare del tempo a sé stessi. Qualche settimana dopo lui mi ha telefonato, dicendomi che era in un parco, mi stava pensando e mi voleva ringraziare, perché si stava ricaricando, anche se stava a Milano.

Ogni tanto mi capita di osservare le pecore; quando ruminano hanno l’abitudine di farlo vicino a un larice. È uno scambio di energia. Quando sei vicino a un albero, tu senti l’energia dell’albero.

Sono anche convinta che l’universo mandi dei messaggi. Io, piano piano, ho imparato a leggerli, li ricevo attraverso gli animali (animali totemici,ndr.). Per esempio, in un momento della vita in cui la troppa burocrazia mi stava demotivando, un giorno mi si è fermato davanti un tasso, che mi fissava. Dopo un po’ lui se ne è andato e io, appena arrivata a casa, ho cercato il significato del tasso nel libro sul simbolismo degli animali per i nativi. Ebbene, il suo significato è quello di tener duro per per raggiungere i propri obiettivi. Quindi era il segno che non dovevo mollare. Infatti ho superato le difficoltà burocratiche e ora siamo qui.

A proposito del mio sentirmi strega, ero legatissima ad una zia, che tutti chiamavano proprio “la strega”, perché era in grado di vedere degli eventi prima che accadessero. Inoltre amava stare all’aria aperta, in campagna. Io ho imparato tantissimo da lei, sulle erbe, la natura e gli animali. Mi ha insegnato tanto. Quando ho iniziato a costruire capanne, mi appariva sempre il lupo. Il lupo è il maestro, l’insegnante. Un giorno, mentre costruivo una capanna, mi è “arrivata” l’immagine del lupo; a questo lupo sono cambiati i lineamenti e ho visto l’immagine di mia zia. Ho capito che il lupo era lei.

UB.: E come sei arrivata qui? Che cosa ti è scattato per dire “faccio questo lavoro”?

D.: Ho lavorato per vent’anni al Centro per l’Infanzia, ma non ci stavo bene, perché ho sempre sentito il bisogno di stare all’aperto. Con il sostegno di mio marito, ho preso un anno di aspettativa. Contestualmente mi è capitata l’occasione di fare un corso per lavorare l’argilla, che mi ha aperto un mondo. Finalmente facevo qualcosa proprio con la terra! Ho continuato e ho frequentato anche altri corsi, tra cui uno in Toscana per imparare ad usare il tornio, poi ho cominciato a fare oggetti a casa. Con mio marito abbiamo cominciato a coltivare il nostro terreno a Cimone e ho fatto dei corsi anche per coltivare in modo biologico. Insomma, alla fine dell’anno sabbatico mi sono licenziata e ho aperto l’azienda agricola. L’unica cosa che mancava era il ristorante. Non si poteva costruire un struttura adeguata perché il terreno era vincolato. Intanto mio figlio, che aveva un locale a Trento ma era stanco della città, mi chiedeva di trovare qualcosa fuori città. Grazie ad un amico, ho saputo del bando che riguardava questo posto, abbiamo preparato il progetto e ce lo hanno aggiudicato, facendoci i complimenti per la proposta tecnica e il menù, nel quale avevo inserito le piante officinali.

Un progetto, che porteremo a compimento a breve, è quello di coltivare le piante officinali per le api, abbiamo le arnie qui fuori, in modo che abbiano cibo per tutto l’anno. Inoltre coltiveremo piante officinali sia per uso alimentare – per la cucina e per il mio laboratorio –  che per uso zootecnico, per i nostri animali. Avete visto i lama?

Come si fa a non notare i lama?
Come si fa a non notare i lama?

In più, qui dietro, coltiveremo un orto didattico per chiunque voglia conoscere le piante e vederle per davvero.

UB: Se tu dovessi cercare nuova ispirazione?

D: Chiederò all’universo.

UB: Una frase, un motto che puoi condividere.

D: Vivi e lascia vivere. Ognuno deve essere libero di vivere i propri sogni provare a realizzare i propri progetti. Al giorno d’oggi è importante sognare e credere in sé stessi. Inoltre mi piace tantissimo citare una frase della nostra guida spirituale, Christopher, un nativo americano:“L’acqua è vita”.

Danila, come tutte le creature di terra, crede nella terra, lavora nella terra. Persegue umilmente i propri sogni e li racconta con entusiasmo e con sguardo pulito, non ha bisogno di maschere.

Torniamo a casa con una nuova energia dentro,

con la sensazione che, davvero, in questo giorno della luce,

l’abbiamo trovata un po’ di luce.

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